I miracoli di Gesù

(035)

Gesù guarisce un romano folle (129.3)

(Andrea chiede a Gesù di intervenire per sanare un romano, accompagnato dal fratello, che è posseduto dal demonio ed urla, sbraita, si divincola)

"Non medico, non mago, non filosofo (sono) come tu dici. Ma Testimonianza di Dio sulla terra. Portatemi vicino il malato."
Fra urla e divincolii lo trascinano lì.
"Vedi? Tu lo dici folle. Dici che nessun medico potè guarirlo. E' vero. Nessun medico: perchè folle non è. Ma un degli inferi, così dico per te, pagano, è entrato in lui."
"Ma non ha lo spirito pitone. Anzi dice solo errori."
"Noi lo chiamiamo <demonio>, non pitone. Vi è il parlante e il muto. Colui che inganna con ragioni intinte di vero, e quello che è solo disordine mentale. Il primo di questi due è il più completo e pericoloso. Tuo fratello ha il secondo. Ma ora ne uscirà."
"Come?"
"Esso stesso te lo dirà." Gesù ordina: "Lascia l'uomo! Torna al tuo abisso."
"Vado. Contro Te troppo debole è il mio potere. Mi cacci e mi imbavagli. Perchè sempre ci vinci?..."
Lo spirito ha parlato per bocca dell'uomo, che poi si accascia come spossato.
"E' guarito. Scioglietelo senza paura."
"Guarito? Ne sei certo? Ma... Ma io ti adoro!" Il romano fa per prostrarsi. Ma Gesù non vuole.
"Alza lo spirito. In Cielo è Dio. Lui adora, e va' verso di Lui. Addio."